Benvenuti nel Blog sulla genitorialità difficile!

Sono graditi i commenti e la partecipazione attiva alle persone interessate seriamente agli argomenti trattati mentre si invita chi non lo fosse ad astenersi da commenti inutili



venerdì 6 agosto 2010

La coppia che scoppia!



Quando ci si apre all’accoglienza di bambini o ragazzi attraverso l’istituto dell’affido e dell’adozione (ma anche con i figli naturali) spesso capita che la coppia possa avere seri problemi relazionali e che il più delle volte sottovaluta o li attribuisce ad altro. Quando entra a far parte della vita di coppia una nuova creatura, viene a mancare l’equilibrio creatosi con il rischio di cercare una sintonia con il nuovo arrivato e mettere da parte la relazione con il proprio compagno/a.
Non bisogna mai perdere di vista la coppia perché li dove non vi è unione e complicità tra i genitori/educatori  difficilmente vi può essere  un rapporto sano con un figlio.
Il mio parere  è quello di non mettere mai da parte il compagno e qualora vi siano dei problemi non chiudersi e rimanere nell’isolamento.

Chiamati ad amare oltre natura

Essere genitori è senza dubbio il mestiere più difficile della terra. Ma per fortuna quando nasce un bambino la natura aiuta i genitori a rispondere alle sue richieste di accadimento. Così un po’ grazie all’istinto, un po’ grazie alla relazione che si sviluppa giorno dopo giorno con il proprio bambino, il genitore impara a dire si o no nel modo giusto. Ma cosa accade quando il figlio da educare non è stato generato da noi? Potremmo immaginare il bambino affidato come un nastro su cui è stata impressa una traccia più o meno lunga (il modello educativo appreso dai genitori naturali).
Per quanto noi tentiamo di rimuovere quella tracia e di imprimerne una nuova, di tanto in tanto ci accorgiamo che non è stata cancellata del tutto e che continua ad influenzarlo scorrere del nastro. Allora ci chiediamo se ha veramente senso l’accanirsi per modificare qualcosa che è radicato nel bambino e se infondo ci si potrà mai riuscire … e quanto può edificare il bambino l’essere costantemente sottoposto al conflitto generato dal patto di lealtà con il passato e la paura di perdere l’amore attuale.

C’era una volta …

“… un bambino a cui non erano raccontate storie e che non sapeva più usare la sua fantasia per costruire castelli e draghi, principesse e cavalieri, e che forse non immaginava mai un lieto fine …
Quel bambino incontrò un giorno una nuova famiglia, che se bene rappresentasse la possibilità di rivedere il mondo a colori, non era la “sua” famiglia!”
I bambini che accogliamo spesso vivono il dramma di non sapere a chi appartengono veramente confusi tra il “c’era una volta” e il “ora non è più così”. Restano sospesi e questo li preoccupa a tal punto da non riuscire a pensare a cosa ci sarà domani senza provare un senso di angoscia… è la paura di non appartenere a niente e a nessuno, è la paura di non avere una storia di non avere ricordi, di non avere qualcuno che possa aiutarti a guardare indietro e a trovare un senso al vissuto. Troppo spesso come genitori restiamo spiazzati e ci lasciamo confondere dalla loro confusione … forse perché colpiti in quello di cui non potremmo mai essere padroni: il loro passato? O perché abbiamo l’illusione di poter cancellare quelle storie che feriscono prima di tutto noi?
Dovremmo avere meno paura di raccontarci e di scrivere una nuova storia: la nostra!

giovedì 5 agosto 2010

Crescere nell'amore: Educare figli non propri

Questo Blog nasce dall'esigenza dell'autore di condividere con altri l'esperienza di crescere, educare e sostenere figli  non naturali sia  in casi di affido che adozione ma anche discutere e informarsi sui vari modelli di genitorialità ed educativi dei propri figli.